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Chi era Nina Simone, la voce simbolo della lotta per i diritti civili

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Nina Simone: la carriera, la vita privata e le curiosità sulla cantante simbolo della lotta per i diritti civili degli afroamericani e delle donne in America.

Nina Simone è stata la voce politica del jazz americano, forse quella che con più forza è riuscita a farsi sentire per smuovere le coscienze di un’America ferma in un’arretratezza culturale che mal si conciliava con la crescita economica degli anni Cinquanta e Sessanta. Andiamo a riscoprire la sua storia di combattimento, volontà e grandissimo talento.

Chi era Nina Simone

Eunice Kathleen Waymon, questo il vero nome di Nina Simone, nacque a Tryon, in North Carolina, il 21 febbraio 1933 sotto il segno dei Pesci. Sesta di otto fratelli, si dimostrò fin da bambina dotata per la musica e iniziò a cantare in chiesa con le sorelle.

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Riuscì a prendere lezioni di piano grazie alla comunità nera locale, che creò una fondazione per permettere a giovani di talento come lei di poter proseguire i propri studi musicali. Attorno agli anni Cinquanta si trasferì a New York per lavorare come pianista cantante, seguendo l’esempio di Billie Holiday. La sua strada fu fin da questi anni il jazz, ma con elementi spiccati di soul e gospel. Debuttò discograficamente nel 1958 con un album che conteneva cover importanti come I Loves You, Porgy:

Commercialmente il suo primo successo arrivò nel 1960 e fu il singolo Ain’t Got No, I Got Life, che riuscì ad arrivare fino al secondo posto nel Regno Unito. Dopo aver cambiato casa discografica, approdò nel corso degli anni Sessanta alla Philips e registrò grazie a questa etichetta brani come Old Jim Crow e Mississippi Goddam, che in poco tempo divennero degli inni per i diritti civili della popolazione afroamericana.

Sulla fine degli anni Sessanta fu costretta a lasciare gli Stati Uniti e nell’andarsene accusò di razzismo l’FBI e la Cia, colpevoli secondo lei di non aver interesse nel risolvere la piaga delle discriminazioni. Girovagò in questo periodo tra diversi angoli del mondo, passando dalle Barbados alla Liberia, dall’Egitto alla Turchia, ma arrivando anche in Europa, in particolare nei Paesi Bassi e in Svizzera. Per diversi anni non uscirono sue uscite discografiche e di fatto si persero le sue tracce, finché nel 1978 non tornò con l’album Baltimore. Ascoltiamo la title track:

Per tornare in auge dovette però aspettare gli anni Ottanta, quando Chanel utilizzò per una sua campagna pubblicitaria una delle canzoni di Nina Simone più celebri, My Baby Just Cares for Me, di fatto facendola riscoprire e salire alla ribalta come vera e propria icona del jazz.

Nina Simone: la morte

Nina venne a mancare il 21 aprile 2003 nella sua bitazione di Carry-le-Rouet, in Costa Azzurra, a causa di un tumore al seno. La sua salma venne cremata e le sue ceneri vennero sparse in diversi luoghi dell’Africa, per ricongiungersi con la terra dei suoi antenati. Una volontà espressa dalla stessa Simone prima della scomparsa.

La vita privata di Nina Simone: marito e figli

Nina fu sposata due volte ed ebbe una figlia, Lisa Celeste Stroud, nata nel 1962 e in seguito cantante come la madre, con il nome d’arte di Lisa Simone. Nella sua vita privata ha sempre avuto sfortuna. I suoi rapporti d’amore sono stati spesso con uomini potenti ma anche violenti.

Sai che…

– In chiesa lei e le sue sorelle erano conosciute con il nome di Waymon Sisters.

– Scelse il suo nome d’arte per omaggiare Simone Signoret, famosa attrice e scrittrice francese.

– Era amica sia di Malcolm X che di Martin Luther King, ma la sua posizione era più vicina a quella di Detroit Red che non a quella non-violenta del leader di I Have a Dream.

– Ebbe una relazione con l’allora primo ministro delle Barbados Earl Barrowl.

– Nel corso della sua vita combatté attivamente non solo per i diritti degli afroamericani, ma anche delle donne, diventando un simbolo della lotta femminista.

– Il noto cantautore Hozier ha dedicato a lei il brano Nina Cried Power.

Di seguito l’audio di My Baby Just Cares for Me:

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