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Cos’è il cabaret, forma di intrattenimento tra musica e teatro

Tempo di Lettura: 3 minuti

Cabaret: storia e origini della forma di intrattenimento che ha trovato fortuna anche in Italia in locali come il Derby di Milano.

C’è una forma di spettacolo in grado di unire il teatro, la danza, la commedia e la canzone: il cabaret. Diventato nel corso degli anni quasi una sorta di sinonimo di intrattenimento comico, il cabaret vanta in realtà non solo origini importanti, che ci portano indietro fino ai café-chantant del XIX secolo in Francia e alle correnti del dadaismo e del surrealismo, ma anche esempi di grandissimo successo a livello italiano, con protagonisti che hanno trovato il proprio posto nel mondo della musica. Scopriamo insieme alcune curiosità sulla storia di questa forma d’arte ancora oggi in grado di garantire un intrattenimento intelligente e sofisticato.

Cos’è il cabaret: storia e significato

Il cabaret è una forma di intrattenimento che può essere trovata nei locali notturni e in altri luoghi di tutto il mondo. Esiste dalla metà del XIX secolo ed è una combinazione di musica, danza, commedia, parole e altro ancora. Questa forma d’arte unisce elementi dello spettacolo differenti per creare un’esperienza unica.

Microfono

Fondamentalmente, il cabaret coinvolge tradizionalmente i cantanti con l’interazione o la partecipazione del pubblico. Lo spettacolo di varietà in genere include spesso il canto di canzoni popolari o evergreen con scenette comiche spensierate eseguite durante vari punti all’interno di ogni atto.

Man mano che il cabaret si è spostato nell’era moderna, il suo ambito si è notevolmente ampliato fino a includere elementi circensi, burleschi, spettacoli di magia o teatrali, mescolati con elementi tradizionali come sketch comici tra le canzoni.

Il cabaret in Italia

Il cabaret in Italia è una forma di intrattenimento da sempre popolare e che ha guadagnato molta attenzione negli ultimi anni. A differenza delle sue radici più tradizionali, riflette il linguaggio attuale e le tendenze sociali, utilizzando riferimenti più aggiornati come argomenti di politica o tecnologia. La maggior parte delle città italiane ospita quasi tutti i giorni. Soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano ci sono molte opportunità disponibili per chiunque cerchi una commedia irriverente unita a raffinata arte e classicismo.

D’altronde, la storia del cabaret nel nostro paese è diventata di grandissimo successo dalla metà del Novecento, quando ad esempio a Roma si sono imposti personaggi come il trio de I Gobbi, mentre al Piccolo Teatro di Milano trovavano consacrazione Fo-Durano-Parenti.

Il locale che maggiormente ha fatto la storia del genere, in Italia, è però il Derby di Milano, quello in cui hanno raggiunto le proprie vette artistiche i musicisti e comici del Gruppo Motore, composto da nomi come Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Felice Andreasi, Lino Toffolo e Bruno Lauzi. All’interno di un locale diventato sinonimo di cabaret di qualità sono cresciuti e si sono imposti, in circa un ventennio, alcuni dei personaggi più importanti del nostro spettacolo, da Paolo Villaggio a Massimo Boldi, da Giorgio Faletti a Fabio Concato, da Diego Abatantuono a Teo Teocoli, passando per I Gatti di Vicolo Miracoli, Claudio Bisio, Enzo Iacchetti, Aldo e Giovanni e molti altri ancora.

Cabaret e musica

Il cabaret combina elementi dei musical tradizionali di Broadway, del jazz, della musica classica e persino della commedia, creando una miscela unica di suoni che poche altre forme d’arte possono eguagliare. Una classica esibizione del genere consiste in musica originale cantata da un cantante o da più voci che si contrappongono alle ricche armonie create dai musicisti che l’accompagnano. Ad aggiungere del sale alle performance è l’arguzia secca e le rime intelligenti offerte agli spettatori e al pubblico presente nei locali.

In Italia, poi, il cabaret per almeno un decennio, attorno agli anni Sessanta, si è fortemente legato al successo del beat e soprattutto al cantautorato maggiormente ironico e sarcastico, come quello proposto da Enzo Jannacci, Cochi e Renato o Bruno Lauzi. Nomi che ancora oggi fungono da collante tra cabaret come forma di puro intrattenimento e cabaret come vero e proprio genere musicale.

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