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Gué Pequeno, il bagno nel prosecco diventa un caso politico: “Hanno venduto vino alle parti intime!”

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Gué Pequeno

Il bagno nel prosecco di Gué Pequeno finisce nel Consiglio regionale e diventa uno spinoso caso politico.

Gué Pequeno torna a far discutere… e non per la sua musica! Il rapper milanese, sempre al centro dell’attenzione mediatica per le sue provocazioni, stavolta è stato protagonista, suo malgrado, di un caso trasformato in un vero evento politico negli ultimi mesi. Tutta colpa di una foto in cui si era fatto immortalare, in compagnia dello youtuber Sinnaggaghiri, immerso in una vasca colma di prosecco tra le colline Unesco.

Era il luglio 2021 e le immagini fecero scandalo, specialmente in Veneto, fino a diventare oggetto di un’interrogazione. Da allora la polemica non si è placata, e anzi è stata adesso riaccesa dalle parole incredibili della giunta regionale del Veneto!

Prosecco sprecato? Non per la giunta

L’accusa più importante una volta vista la foto aveva riguardato, ed è ovvio che sia così, lo spreco che si sarebbe fatto di un vino di grande pregio per puro scopo di marketing. Una vergogna secondo molti, specialmente in un periodo in cui lo spreco alimentare è uno dei grandi temi da dover affrontare a tutti i costi.

Gué Pequeno
Gué Pequeno

Per tutta risposta, l’azienda avrebbe fatto sapere che lo stesso vino in cui il rapper e lo youtuber si erano immersi sarebbe stato destinato alla produzione di distillati. Un’aggravante, secondo Andrea Zanoni del PD, che ha chiamato ancora una volta gli assessori ad assumersi le proprie responsabilità per questa situazione incresciosa.

La polemica sul prosecco di Gué

Nella sua accusa, Zanoni ha sottolineato come sia vergognoso l’atteggiamento dell’assessore Donazzan e del collega Caner di giustificare l’episodio scaricando ogni responsabilità sulle attività di marketing dell’azienda. Se davvero con quel prosecco si sono infatti prodotti dei distillati “aromatizzati alle parti intime“, si confermerebbe una grave omissione di controllo sanitario.

Un danno ulteriore, anche d’immagine, per una produzione in cui questa regione ha investito 480 milioni in dieci anni, e che va ad aggiungersi all’utilizzo di pesticidi, all’avvelenamento di uccelli ed api e alla distruzione di intere aree coltivate.

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