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In memoria di Enzo Jannacci, il cantautore-medico con la passione per il karate

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Enzo Jannacci: la biografia, la vita privata e alcune curiosità sul cantautore milanese, un pioniere del rock and roll.

Enzo Jannacci è stato uno dei protagonisti più importanti nella storia della musica italiana. Capace di scrivere canzoni intense,ma spesso ricorrendo all’ironia tipica del cabarettista, fu tra i pionieri del rock and roll e tra gli esponenti principali del grande cantautorato anni Sessanta e Settanta.

Andiamo a scoprire insieme alcune curiosità sulla sua vita privata e sulla sua carriera, per ricordare quale contributo abbia dato alla nostra canzone.

Chi era Enzo Jannacci: la biografia

Vincenzo Jannacci nacque a Milano il 3 giugno 1935 sotto il segno dei Gemelli. Cresciuto in una famiglia per metà pugliese e per metà comasca, terminò gli studi liceali scientifici nel 1954, prima di diplomarsi in armonia, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano.

Enzo Jannacci
FONTE FOTO: https://www.facebook.com/enzojannaccifan

Negli anni Cinquanta iniziò la propria carriera musicale, si avvicinò al jazz ma scoprì anche un genere destinato a fare epoca: il rock and roll. Non a caso, Jannacci fu tra i musicisti che nel 1957 presero parte al Festival italiano di rock and roll al Palazzo del Ghiaccio di Milano, un evento che segnò una svolta nella nostra storia musicale.

Sul finire degli anni Cinquanta diede vita con l’amico Giorgio Gaber ai Due Corsari, e contemporaneamente suonò nei Rock Boys di Celentano, poi trasformatisi nei Ribelli. Ma all’inizio degli anni Sessanta decise di tentare un percorso artistico solista.

Il suo primo album solista uscì nel 1964, con il titolo La Milano di Enzo Jannacci. Al suo interno, uno dei suoi capolavori: El portava i scarp del tennis.

Il più grande successo di Jannacci arrivò però sul finire degli anni Sessanta, quando diede alle stampe, con la collaborazione di Dario Fo e Fiorenzo Fiorentini, l’album Vengo anch’io. No, tu no, trainato dalla title track, divenuta un vero tormentone capace di arrivare fino ai giorni nostri senza che la sua fama sia stata intaccata.

Dopo questo boom improvviso, però, la sua notorietà scemò e per i primi anni Settanta l’artista, pur lanciando diversi album di ottima fattura, non ottenne grandi riscontri. Con la collaborazione di Tullio De Piscopo e Bruno De Filippi registrò nel 1975 Quelli che…, ma fu solo nel 1979 che decise di riprendere il rapporto con il pubblico tornando a esibirsi dopo tanti anni di inattività dal vivo.

Nel corso degli anni Ottanta fu protagonista di diversi show in televisione, e nel 1989 approdò per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Se me lo dicevi prima, che trattava la lotta contro la droga. Non ebbe però granché successo.

Andò meglio nel 1991, quando vinse il Premio della Critica per La fotografia, in coppia con Ute Lemper:

Tornò ancora a Sanremo nel 1994 con I soliti accordi (arrangiata dal figlio Paolo) e nel 1998 con Quando un musicista ride, prima di tornare alla sua passione giovanile: il jazz.

La morte di Enzo Jannacci

Enzo morì il 29 marzo 2013 a Milano a causa di un tumore che lo aveva afflitto per diversi anni. Il suo decesso addolorò l’intero mondo dello spettacolo.

Il funerale venne celebrato il 2 aprile nella basilica di Sant’Ambrogio. Oggi Jannacci riposa nelal Cripta del Famedio, all’interno del Cimitero Monumentale di Milano.

La vita privata di Enzo Jannacci: moglie e figlio

Enzo Jannacci si sposò il 23 novembre 1967 con Giuliana Orefice. Il rapporto tra i due fu intenso e continuativo, ma portò alla nascita di un solo figlio: Paolo.

Jannacci jr. ha proseguito in parte le orme del padre ed è oggi un musicista e direttore d’orchestra apprezzato in tutto il mondo. In particolare, ha saputo specializzarsi in pianoforte, ed è apparso come ospite anche al Festival di Sanremo 2019.

Sai che…

-Enzo Jannacci era legato da una fraterna amicizia con Giorgio Gaber.

-Fu uno dei pionieri del rock and roll in salsa italiana, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber.

-Enzo Jannacci era un medico. Si laureò all’Università di Milano nel 1967, per poi specializzarsi in chirurgia generale e trasferirsi in Sud Africa. Qui entrò nel team di Christiaan Barnard, il primo chirurgo a realizzare un trapianto cardiaco.

-Ebbe una disputa con Fabrizio De André per la paternità della musica utilizzata dall’artista genovese nel brano Via del Campo. Effettivamente, Faber riconobbe il plagio e chiarì la questione, restituendo al collega il merito per la composizione della delicata e malinconica melodia di quel capolavoro.

-Enzo Jannacci era un appassionato di arti marziali, si interessò al judo e soprattutto al karate. In particolare, si specializzò nella pratica del kumite e raggiunse il grado di cintura nera terzo dan, diventando col tempo anche un insegnante.

-Negli ultimi anni di vita si riavvicinò alla spiritualità cristiana, anche se continuò a definirsi un ‘ateo laico molto imprudente’.

-Tifava per il Milan.

Riascoltiamo insieme Vengo anch’io. No, tu no di Enzo Jannacci:

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/enzojannaccifan

Da: Rolling Stone

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