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Joy Division, le migliori canzoni del gruppo post-punk di Ian Curtis

Tempo di Lettura: 3 minuti

Chitarra batteria e amplificatore

Joy Division, le canzoni più belle: da Transmission a Love Will Tear Us Apart, i brani più iconisci del gruppo di Ian Curtis.

I Joy Division sono stati uno dei gruppi più influenti del panorama post-punk della fine degli anni ’70. Generazioni di fan non hanno mai dimenticato il gruppo, nato nel ’77, che ha perso il suo frontman, Ian Curtis, per suicidio: un evento dopo il quale l’artista fu stimato in maniera quasi messianica. Le lenti delle celebrità spesso sfocano la natura crudele e spietata della realtà, dandoci una retrospettiva che troppo spesso ignora il contesto che, per quanto piccolo, era in gran parte responsabile dell’arte e della musica che stavamo realizzando. Ecco le loro canzoni più famose.

Chitarra batteria e amplificatore
Chitarra batteria e amplificatore

Joy Division, le canzoni più amate

Iniziamo la nostra lista con Transmission. Durante la loro breve carriera, le opere d’arte degli album e dei singoli della Joy Division si sono fatte conoscere per il design elegante e astratto. Il messaggio visivo di questo singolo di debutto non sarebbe potuto essere più chiaro: in prima di copertina, l’universo; al contrario, l’universo elettrificato. È una sintesi della loro carriera in due immagini. Il fatto che abbiano iniziato con la loro miglior canzone potrebbe dimostrare che il loro leader alla fine aveva ragione: era tutto in discesa partendo da questo brani. Il pezzo, però, rappresenta uno spunto di ottimismo nella loro cupa discografia, un momento in cui Curtis aspirava e forse credeva persino di sentire la propria musica alla radio.

Il video di Transmission:

Passiamo, poi, a She’s Lost Control. Musicalmente, tematicamente e storicamente, il brano è essenziale, la quintessenza del gruppo, sebbene per sempre distorta dalla leggenda di Ian Curtis. Curtis ha scritto il brano dopo un incontro con una giovane donna epilettica che – alla fine – morì per un attacco. Insieme alla lotta ben documentata di Curtis con l’epilessia nell’anno che precede il suo suicidio, la canzone possiede un tragico fatalismo, ulteriormente rafforzato dalla rigidità macabra della linea di base discendente. Solo alla conclusione della canzone, Curtis consente alla musica di piegarsi: il riverbero sulla voce di Ian Curtis – non solo ritardato, ma alterato al tono – favorisce l’effetto, riempiendo la canzone di un mormorio inquietante, simile a una folla.

Il video di She’s Lost Control:

C’è, poi, Atmosphere. Una linea di basso a cinque note, un rullo di batteria stuzzicato, un’esplosione di synth, poi Ian Curtis che prende il controllo. Atmosphere è unica, in quanto – con molta probabilità – è la canzone più bella dei Joy Division e forse una delle tracce più belle di quel periodo. Sui versi la linea di basso si altera un po’, passando alle note di ottavo e quarto per diventare stabile e calmante, un complemento al battito cardiaco e lontano dal suono ansioso più tipico del lavoro della band del 1980. È quando il verso finisce e la produzione di Martin Hennett si fa conoscere, che la canzone dimostra la sua natura ultraterrena. Il suicidio di Ian Curtis ha portato molti a interpretare quasi tutte le sue canzoni alla luce della sua morte.

Il video di Atmosphere:

La depressione e l’epilessia – ci cui ha sofferto – compaiono certamente in alcuni dei suoi testi, ma questa interpretazione eccessivamente biografica ha anche portato a precludere altri tipi di interpretazioni, anche ad altre valide canzoni della loro discografia. I testi di Curtis sono pieni di apparenti contraddizioni e antitesi, spostando punti di vista e solo brevi immagini o impressioni, quasi divorziate dal contesto. Nessun ascoltatore dovrebbe essere privato di quei testi impostati su questa musica a causa di appelli alla biografia, o più precisamente, all’agiografia.

Joy Division, Disorder e Love Will Tear Us Apart

Su Unknown Pleasures, i Joy Division allontanano un po’ le loro influenze punk. In brani come The Only Mistake, The Kill e Walked in Line, le chitarre stavano diventano più dissonanti e il basso cominciò a suonare più come uno strumento principale, mentre i testi diventarono più oscuri, lenti e lunghi. Si potrebbe dire che Interzone è l’unica vera canzone “punk” dell’album, ma certamente Disorder vi si avvicina per certi aspetti. La chitarra, il basso che passa all’ottava e il ritmo di batteria leggermente inclinato si combinano in qualcosa legato alla pista da ballo, ma decisamente cupa.

Il video di Disorder:

Infine, c’è l’indimenticabile e iconica Love Will Tear Us Apart: abbinando le parole di un poeta alle tensioni synth, Ian Curtis ha realizzato qualcosa di eccezionale in questo brano. Non è solo una delle canzoni più conosciute dei Joy Division, coverizzata da tutti, dai Nouvelle Vague a Fall Out Boy, ma è anche una delle più personali. Scritta da Curtis come una beffarda risposta al film Love Will Keep Us Together del 1975, la canzone espone i suoi sentimenti più nobili sulla rottura del suo matrimonio e forse sulle inevitabili lacrime che l’amore infliggerà sempre.

Il video di Love Will Tear Us Apart:

Combinando un ritmo ballabile e basso con testi cupi, Curtis canta nel suo caratteristico baritono. Il frontman si suicidò nel 1980 all’età di 23 anni. Non visse abbastanza per assistere al successo di Love Will Tear Us Apart ma i suoi testi continuano a vivere, nel cinema e in televisione e più riverentemente sulla lapide di Ian Curtis, dove le parole sono impresse da sempre.

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