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Non solo Gianni Morandi: tutti i cantanti squalificati da Sanremo

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Loredana Bertè

Tutti i cantanti e le canzoni che sono state squalificate a Sanremo o che hanno rischiato l’esclusione: da Bobby Solo a Gianni Morandi.

Essere squalificati o esclusi da Sanremo non è impresa così impossibile. In tanti hanno rischiato l’eliminazione, e qualcuno c’è anche cascato pienamente. Il regolamento del Festival, che cambia di anno in anno, è sempre stato infatti molto stringente su alcuni aspetti. Tra questi, l’assoluta originalità delle canzoni, che prima di essere presentate devono essere completamente inedite. Anche per questo motivo nel 2022 Gianni Morandi ha rischiato grosso. Ma chi sono i cantanti squalificati da Sanremo o che hanno davvero rischiato l’esclusione dalla kermesse nel corso della storia? Ripercorriamo la storia insieme.

Ermal Meta
Ermal Meta

Tutti i cantanti squalificati a Sanremo (o che hanno rischiato davvero)

Quella delle squalifiche a Sanremo è una storia di lunghissimo corso, che parte addirittura da Claudio Villa, che nel 1955 disertò il palco a causa di una fastidiosa laringite. Non poté cantare dal vivo la sua Buongiorno tristezza, ma vinse comunque grazie all’interpretazione live dell’altro artista in gara con lui, Tullio Pane. Non ci fu squalifica, ma grandi polemiche sì.

Chi invece venne escluso senza se e senza ma nel 1964 fu Bobby Solo. L’artista si vide tagliato fuori dalla finalissima con Una lacrima sul viso perché, dopo una notte di baldoria, era rimasto senza voce. In realtà in finale cantò lo stesso il suo brano, ma in playback, incorrendo nella squalifica.

Nel 1973 rischiarono moltissimo i Camaleonti. La loro Come sei bella ebbe infatti un passaggio promozionale in un canale Rai, ma il complesso venne graziato e rimase in gara. Discorso simile per Paola e Chiara oltre trent’anni dopo, nel 2005. Le due parteciparono con A modo mio, nonostante il brano fosse stato fatto ascoltare prima della kermesse per alcuni secondi.

Altro Sanremo, altra polemica. Nel 2006 fu Simone Cristicchi a rischiare l’eliminazione per la sua Che bella gente. La sua canzone presentava infatti analogie con Embè, canzone presentata nel 1996 in una kermesse per emergenti dalla coautrice Simona Cipollone. Nonostante questo precedente imbarazzante, l’artista romano non venne squalificato.

Andò malissimo invece nel 2008 a Loredana Bertè. La sua Musica e parole fu infatti considerata troppo simile a una canzone di vent’anni prima, Ultimo segreto. Salì comunque sul palco dell’Ariston per presentare il brano, ma non in gara. Sempre al centro di discussioni, la regina del rock rischiò anche nel 2012 con Respirare, canzone portata in gara con Gigi D’Alessio. Nonostante avessero regalato un assaggio del brano su YouTube, i due vennero graziati.

Gigi D'Alessio
Gigi D’Alessio

Altra squalifica clamorosa nel 2014, quando Riccardo Sinigallia venne escluso con Prima di andare via per aver eseguito il brano per in pubblico prima del Festival. Si trattava di un’esibizione in una serata tra amici, ma il regolamento parla chiaro e non perdona nemmeno scivoloni di questo tipo.

Arriviamo al 2018, quando a rischiare tantissimo furono Ermal Meta e Fabrizio Moro. I due, che avrebbero poi vinto con la loro Non mi avete fatto niente, vennero accusati di plagio per delle similitudini del brano con Silenzio, canzone presentata due anni prima a Sanremo Giovani. Non ci furono però gli estremi per la squalifica. Come non ci sono stati nel 2021 per Zitti e buoni dei Maneskin, che pure era finita nel mirino della critica per una somiglianza con FDT di Anthony Laszlo.

Festival di grandi polemiche quello del 2021, che era stato preceduto anche dal ‘caso Fedez‘. Il rapper in una storia Instagram aveva fatto ascoltare un brevissimo estratto di Chiamami per nome, la canzone con cui avrebbe gareggiato insieme a Francesca Michielin. L’episodio fece tantissimo rumore, anche il Codacons si mosse per estrometterlo, ma alla fine Amadeus decise di perdonarlo. E il rapper si prese il suo buon secondo posto. Vicenda molto simile a quella accaduta nel 2022 a Gianni Morandi, che se l’è cavata con delle scuse pubbliche e un’ammissione di colpa.

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