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Stromae: “La creatività non nasce solo dalla sofferenza”

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Stromae

Stromae torna con Multitude dopo nove anni di silenzio: cosa è successo all’artista in tutto questo tempo.

Nove anni dopo, riecco Stromae. Il più famoso artista belga al mondo è riuscito finalmente a tornare alla musica attivamente, mettendo fine a un periodo di silenzio che durava dai fasti di Racine Carrée, il primo album in francese ad arrivare il primo posto nel nostro Paese. Ha dovuto staccare, il cantautore e musicista di origini ruandesi, ricaricare le batterie e soprattutto affrontare i suoi fantasmi, problemi mentali che avrebbero potuto metterlo ko.

Come riferito dal Corriere della Sera, Stromae non nasconde più quello che gli è accaduto, e anzi ammette: “So che le persone ti dimenticano velocemente, ma dovevo farlo. Dovevo sposarmi, avere un figlio, vivere una vita normale“. La cura migliore per affrontare ansia e depressione, mali che lo accomunano a tantissime altre persone in tutto il mondo.

Stromae confessa la sua sofferenza

In questi nove anni Stromae ha dovuto affrontare gravissimi problemi, e non solo di salute mentale. Ane dal punto di vista della salute fisica ha dovuto superare alcune complicazioni piuttosto fastidiose. Fortunatamente tutto è ormai alle spalle, ma da quella sofferenza ha imparato lezioni importanti il 35enne Paul van Haver, che adesso, attraverso la sua musica e le sue storie, cerca di aiutare gli altri.

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La musica è uno dei rimedi per superare le proprie fragilità. E anche la famiglia è fondamentale in tal senso. Diventare padre lo ha cambiato, con risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti: “Ho messo letteralmente le mani nella cacca per tre anni. Ma con mio figlio sono cambiato anche come artista: ho rivoluzionato il modo di scrivere, orari e idee. Credevo che la creatività passasse per forza attraverso la sofferenza, invece ho avuto la prova che non è così“.

Il nuovo ottimismo di Stromae

Femminismo, paternità, ma anche guerra, e infine speranza. Sono tantissimi i temi toccati dall’artista belga nel suo nuovo, complicato e caleidoscopico lavoro. Un album che si chiude con Bonne journée, un brano positivo che sembra aprire verso una nuova fase della sua vita: “So fare anche canzoni felici e forse il prossimo album sarà più ottimista“. In attesa di scoprirlo, quest’estate potremo riascoltarlo dal vivo anche in Italia.

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