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Tutte le controversie e le polemiche nella storia dell’Eurovision Song Contest

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Eurovision Song Contest

Eurovision Song Contest, quante polemiche: tutti gli eventi controversi che hanno contrassegnato la storia della kermesse.

L’Eurovision Song Contest è la kermesse musicale più importante al mondo. Uno spettacolo straordinario che ha lanciato canzoni entrate nella leggenda, ancora oggi delle vere e proprie hit, degli inni conosciuti ovunque. Ma anche per questo è stato non di rado luogo di nascita di incredibili polemiche e di episodi a dir poco controversi che hanno segnato la storia di questo grande evento.

Basti pensare a quanto accaduto nell’edizione 2022, che ha visto l’estromissione della Russia e della Bielorussia a causa dell’aggressione all’Ucraina che purtroppo stiamo vivendo dal mese di febbraio. Una decisione forse necessaria, ma che ha sollevato più di qualche critica da più parti, e non solo dai sostenitori della Russia. Ma quali sono state le situazioni più controverse nella storia dell’Eurovision? Ricordiamole tutte.

Eurovision Song Contest: i casi più controversi

Uno dei primi casi spinosi affrontati dall’Eurovision ci fu nel 1969. In quell’anno infatti a ospitare la kermesse era la Spagna, e in particolare la città di Madrid, capitale di quello che all’epoca era ancora uno stato dittatoriale, negli ultimi anni del regime di Francisco Franco, che sarebbe venuto meno solo nel 1975 con la sua morte. Proprio per questo motivo, l’Austria scelse volontariamente di ritirarsi.

Eurovision Song Contest
Eurovision Song Contest

Un ritiro avvenne anche cinque anni più tardi, nel 1974. Stavolta a farsi indietro fu la Francia, ma per un motivo molto diverso: la morte del presidente Georges Pompidou. L’anno successivo fu la Grecia a farsi indietro. In quell’anno faceva il suo esordio all’Eurofestival la Turchia, e in quel periodo i due Stati erano in conflitto a causa dell’invasione turca di Cipro.

La stessa Turchia, decise di ritirarsi nel 1979 perché la kermesse si sarebbe tenuta in Israele, e molti Paesi arabi non avrebbero visto di buon occhio la partecipazione di uno Stato di religione islamica a un evento organizzato nello Stato ebraico.

Arriviamo all’Eurovision del nuovo millennio. Nel 2009 la kermesse si sarebbe tenuta in Russia, e per questo motivo la Georgia, all’epoca in conflitto con Mosca, decise di rinunciare alla partecipazione. Sempre una guerra fu la causa del ritiro nel 2012 dell’Armenia, in quel caso per il conflitto in corso con l’Azerbaigian nel Nagorno Karabakh.

Altre controversie dell’Eurovision

Non solo la guerra ha causato però nella storia dell’Eurofestival dei ritiri. Nel 2013, ad esempio, la Turchia scelse nuovamente di farsi da parte per un motivo molto diverso: la disapprovazione nei confronti delle giurie e del sistema dei Big Five.

Tre anni più tardi, nel 2016, la Romania non si è ritirata ma è stata invece squalificata a causa di una questione economica, un debito molto importante dell’emittente TVR verso l’Unione europea di radio diffusione. Nello stesso anno, tra l’altro, vinse Jamala con il brano 1944. Un trionfo che mandò su tutte le furie la Russia, che riteneva il brano troppo politico e quindi non regolare.

Nel 2017 ci fu invece una controversia che riguardò Russia e Ucraina. La cantante russa Julija Samojlova non poteva entrare in Ucraina, il Paese in cui si teneva l’evento, e per questo motivo il comitato di Mosca fu costretto al ritiro. Stavolta l’EBU fu però imparziale e sanzionò sia l’emittente russa che quella ucraina.

E arriviamo nel 2021, anno in cui a essere stata esclusa fu la Bielorussia, ma non per questioni belliche. A portare all’esclusione fu infatti la presentazione di alcuni brani non conformi al regolamento, in quanto arricchiti da riferimenti politici troppo espliciti secondo gli organizzatori. Ma non dimentichiamo che quella del 2021 è stata anche l’edizione delle proteste francesi contro i nostri Måneskin. L’emittente accusò infatti Damiano di aver fatto uso di droghe in diretta e chiese delle analisi. Ovviamente, il risultato fu negativo, con buona pace dei nostri cugini francesi.

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