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Anastasio si racconta e parla della sua visione del rap

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Anastasio

In un nuovo episodio di Rolling Stone Italia x Ploom il rapper campano si racconta e parla della sua visione dell’hip hop.

Durante l’evento “Ploom“, idea del gruppo JTI per promuovere il lancio nel capoluogo campano di Ploom X, ci sono stati come ospiti il rapper Anastasio, le dj Jessica Ferrara e Sara Bluma. Poco prima dell’evento il rapper ha rilasciato un’intervista raccontando aneddoti sulla sua parabola artistica e sulla sua personale percezione dell’hip hop.

Anastasio si racconta

“Ho scoperto il rap con Eminem. Ero piccolo e non capivo le parole, ma la carica emotiva che mi arrivava era fortissima“, si confida Anastasio. E aggiunge: “Vivo la mia vita cercando di combattere un continuo flusso di coscienza che vaga nella mia testa: è un monologo interiore che va avanti all’infinito e da cui cerco di costruire i miei pezzi“.

“Sul palco del Primo Maggio ho vissuto i cinque minuti più importanti della mia carriera. C’erano centomila persone e in quel momento pensai che soltanto due anni prima avevo fatto il mio primo concerto davanti a dieci sedie di plastica“. Poi svela una dettaglio privato: “Li vivo in modalità risparmio energetico. All’inizio non sono mai carico, mi accendo solo dopo. Quei cinque minuti per me sono come una meditazione”. Parlando dell’uscita dei suoi album, Anastasio racconta: “Mi sento fibrillante perché mi piace condividere la musica, che è per me anche l’aspetto più importante“.

Anastasio e il nuovo album

“Sto pensando di scrivere un concept album complesso, come ‘Storia di un impiegato’ o ‘The Wall’. Non voglio certo paragonarmi a De André o ai Pink Floyd. Ma lo spirito è quello di creare un’opera sfaccettata, stratificata, che è anche il motivo che mi spinge a fare rap.” ha dichiarato. Poi Anastasio parla del freestyle: “Il freestyle è il non pensato. Lo spirito del freestyler è non avere filtro tra cervello e parola. Insomma parlare nello stesso instante in cui si pensa. Un po’ come in Karate Kid: non bisogna pensare di colpire, ma farlo e basta“.

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