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Con il nuovo Dpcm, nelle zone rosse chiudono anche i negozi di dischi

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Giuseppe Conte

Tra i negozi aperti nelle zone rosse d’Italia con il Dpcm del 6 novembre non ci sono i negozi di dischi: restano però aperte le librerie.

Il Dpcm di novembre, quello che ha divisto l’italia in zone gialle, arancioni e rosse, ha dato un ulteriore colpo al mondo della musica: sono chiusi nelle aree a maggior rischio i negozi di dischi. Vero che il supporto fisico è in crisi da anni, ma quest’ulteriore chiusura sembra severa e mirata a colpire un settore già in enorme difficoltà.

Negozi aperti nella zona rossa: niente negozi di dischi

Nell’articolo 3 del Dpcm del governo si afferma che sono consentite le attività a chi vende generi alimentari e di prima necessità. Cosa siano i generi di prima necessità è spiegato nell’allegato 23, che contiene la lista delle attività che resteranno aperte.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Tra questi ci sono ovviamente supermercati e ipermercati, ma la lista è molto lunga: negozi di elettronica di consumo, elettrodomestici, ferramenta, vernici, cartoleria, articoli sportivi, sigarette elettroniche, giocattoli, fotografia, cosmetici, articoli funerari, librerie. Insomma, la lista è lunga. Ma non ci sono i negozi di dischi.

Si dirà che i dischi e i supporti fisici sono in vendita anche in molti ipermercati e nelle stesse librerie. Tutto vero, ed è anche per questo che già durante il lockdown molti negozi di dischi avevano inviato al governo una lettera aperta per “concorrenza sleale“.

Chiusura negozi di dischi: le parole di Enzo Mazza

La decisione di chiudere i negozi di dischi è stata commentata da Enzo Mazza, Ceo di Fimi, sulle colonne de La Stampa: “Va bene che siamo nell’era dello streaming e il prodotto fisico rappresenta poco meno dle 20% del mercato, ma come si è visto è stata la musica a sostenere gli italiani nel primo durissimo lockdown. La musica, come sostegnono molte ricerche, è curativa, anti depressiva, unisce la gente, è un linguaggio universale […] È un bene essenziale e molte persone già soffrono per l’assenza di eventi dal vivo e per le limitazioni imposte. Chiudere i negozi di dischi indipendenti sarebbe un colpo mortale“.

Da: Notizie Musica

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