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Cosa resterà di Sanremo 2023? Il meglio e il peggio del Festival andato in archivio

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Gianni Morandi e Amadeus

Sanremo 2023, il meglio e il peggio di questa edizione: i momenti più iconici del Festival appena terminato.

Il Festival di Sanremo 2023, settantatreesima edizione della kermesse e quarta di fila condotta e guidata da Amadeus, è ormai un ricordo. Per molti, peraltro, non proprio un bellissimo ricordo. Polemico, provocatorio, lunghissimo, il Festival è arrivato e se n’è andato, come sempre, in un batter di ciglio. Ora che tutto fa parte del passato e della storia, resta da chiedersi cosa resterà di questo Sanremo, che di momenti iconici ne ha regalati moltissimi. Scopriamo insieme qual è stato il meglio o il peggio di ciò che abbiamo visto in quest’ultima settimana.

Il meglio di Sanremo 2023

Una delle più belle fotografie di questo Festival rimarrà quella di Gianluca Grignani. Il cantautore milanese, un vero talento della nostra musica, si presentato sul palco non in forma perfetta, probabilmente, ma con un cuore grande così. Ogni sera ha regalato emozioni, se l’è goduta fino in fondo e si è divertito. Ha fatto un casino, come direbbe Arisa. Ma è quel tipo di casino di cui aveva e avevamo bisogno, per cancellare anni di prese in giro e di shaming nei suoi confronti totalmente fuori luogo.

Gianluca Grignani
Gianluca Grignani

Altra splendida fotografia di questo Sanremo l’hanno regalata i Coma_Cose. Con la loro poetica semplice ma fortissima, la loro dolce stonatura e quel feeling così reale e così sincero da sembrare davvero degno di una favola, hanno confermato di essere la coppia più bella della musica italiana degli ultimi quattro o cinque anni. Il tutto impreziosito dalla vittoria del premio per il miglior testo e da quella più bella: l’annuncio dell’imminente matrimonio.

E non dimenticheremo mai nemmeno il Sanremo di Marco Mengoni. Ma non per i tantissimi premi portati a casa, né per una vittoria mai messa in discussione, bensì per la forza con cui ha voluto, fin dall’annuncio della vittoria, sottolineare una delle grandi storture della nostra musica: l’estrema disparità di genere frutto di un’industria che non aiuta a dovere le artiste e di un pubblico che viene portato a recepire come migliori le canzoni presentate dagli uomini piuttosto che quelle presentate dalle donne.

Le delusioni del Festival

Uno dei problemi più grandi di questo Sanremo è stata sicuramente la presenza di sei giovani, già di per sé troppi, che si sono confermati come poco adatti al palco dell’Ariston da Big. Se già per artisti più navigati e con una carriera alle spalle, come Ariete, quel palco è sembrato enorme, ben più grande del percorso artistico portato avanti, per i sei giovani, anche per quel gIANMARIA già conosciuto a parte del pubblico, questo Sanremo ha regalato una grandissima esperienza ma anche una prima grande bruciatura. Viene da chiedersi se sia stato il modo migliore per accendere la loro carriera o invece un modo per frenarne una crescita che dovrebbe passare per una gavetta ben più solida.

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A lasciare perplessi anche l’intera organizzazione del Festival da parte della Rai, per un comportamento decisamente ambiguo. Sembra infatti cercare a tutti i costi le provocazioni e le polemiche, salvo poi non prendersi del tutto le proprie responsabilità, e indicare come unici ‘colpevoli’ delle proprie azioni gli artisti. Coletta e compagni: così è troppo semplice. Nessuno può chiedere le dimissioni di importanti professionisti, ma scaricare sempre le responsabilità su qualcun altro non aiuta la crescita di nessuno.

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