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“Diremo un altro…no”: Fiorella Mannoia contro la violenza di genere

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Fiorella Mannoia

La cantante cambia il finale di Quello che le donne non dicono.

Quello che le donne non dicono è uno tra i brani più amati e conosciuti di Fiorella Mannoia, con il quale ha partecipato a Sanremo nel 1987.

Ho deciso di cambiare il finale perché era giusto

Gli ultimi versi della canzone “Ma non saremo stanche, neanche quando ti diremo ancora un altro sì“, dice oggi la cantante, non l’avevano mai convinta. Ieri sera, durante il concerto tenutosi all’EuropAuditorium di Bologna insieme al pianista jazz Danilo Rea, ha deciso di dare un finale diverso alla canzone.

Mannoia racconta a Repubblica il forte legame che ha con il brano e aggiunge: “Ho deciso di cambiare il finale perché era giusto: dicevo sempre ‘Ti diremo ancora un altro sì’, ma non è mica vero… La cantavo e pensavo ‘non è mica detto, perché danno per scontato che dobbiamo dire un sì?‘. Potrebbe essere un forse, o un no. E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no“.

Le sue parole si inseriscono nel dibattito riguardante la violenza di genere che in questi giorni sta dividendo l’Italia. “Purtroppo leggendo le cronache, ci si rende conto che la violenza sulle donne sembra essere una cosa che non trova soluzione, anzi pare che le cose stiano peggiorando, e oggi la rete divulga di più le notizie delle violenze e questo ci dà la dimensione del fenomeno”. Tutti gli episodi di femminicidio, continua, nascono da “un uomo che non accetta la volontà di una donna“.

Fiorella Mannoia

Ammette di essere preoccupata per “il fatto che alla violenza ci si abitui, per questo è fondamentale mantenere i riflettori puntati. Va abolita l’abitudine di colpevolizzare le vittime e di giustificare il carnefice. C’è ancora molto da fare, ed è un percorso che possiamo fare solo tutti insieme, perché siamo tutti vittime di stereotipi, uomini e donne”.

Fiorella Mannoia partecipa da tempo come attivista con La Fondazione Una Nessuna Centomila. “Per cambiare mentalità si dovrebbe iniziare a parlare nelle scuole già ai bambini delle elementari, che sono più ricettivi. Tutto questo per insegnare il rispetto reciproco nei confronti delle donne e del diverso“.

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