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È morto Jim Gordon, ex batterista di Eric Clapton: negli anni Ottanta aveva ucciso la madre

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Bacchette batteria

È morto Jim Gordon, ex batterista dei Derek and the Dominos, band di Eric Clapton: aveva ucciso la madre.

Lutto nel mondo della musica americana: è morto Jim Gordon, per anni batterista dei Derek and the Dominos, uno dei gruppi di Eric Clapton, ma anche turnista importante in America tra gli anni Sessanta e Settanta. Aveva 77 anni e il suo decesso sarebbe avvenuto per cause naturali. Malato di schizofrenia, dagli anni Ottanta l’artista era rinchiuso in carcere, dopo aver ucciso brutalmente la madre.

Chi era Jim Gordon

Perno di uno dei più importanti gruppi di blues rock della storia, Gordon aveva contribuito, tra le altre cose, alla scrittura di un capolavoro come Layla, curandone in particolare la melodia di pianoforte della seconda parte del brano, anche se sulla genesi di quel brano restano diverse ombre.

Bacchette batteria
Bacchette batteria

Già membro di altri gruppi di buon livello tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, in particolare nella scena di Los Angeles, aveva contribuito tra le altre cose alla registrazione di brani capaci di raggiungere i primi posti della classifica americana. Per un breve periodo era stato anche batterista dei Traffic, e ha registrato alcuni pezzi per artisti leggendari come John Lennon, Cher, i Byrds, Joan Baez, George Harrison, Neil Diamond e tanti altri ancora.

I problemi di Jim Gordon e l’omicidio della madre

Purtroppo la vita di Gordon era stata rovinata da problemi collegati alla sua salute. Verso la metà degli anni Settanta aveva sviluppato una forte dipendenza da alcol e droga, e nello stesso periodo era stato ricoverato anche in un ospedale psichiatrico.

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Il 3 giugno 1983 la sua esistenza cambiò definitivamente: quel giorno assassinò sua madre, Osa Marie, con un martello e un coltello da macellaio. L’anno successivo venne condannato a 16 anni di carcere. Vi è rimasto però per tutto il resto della sua esistenza, nonostante in una celebre intervista del 1985 avesse dichiarato di non avere intenzione di uccidere la donna. Si era a suo dire sentito costretto, come non avesse altra scelta, perché voleva stare lontano da lei. E aveva aggiunto che per lei quella morte fu una liberazione. Solo dopo l’omicidio gli venne diagnosticata la schizofrenia.

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