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Mi sono innamorato di te, la spietata fotografia dell’amore di Luigi Tenco

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Microfono cantante

Luigi Tenco, Mi sono innamorato di te: il testo e il significato del capolavoro assoluto del cantautore piemontese.

Tra i brani evergreen della musica italiana, Mi sono innamorato di te è uno degli assoluti capolavori. Un pezzo cinico, spietato, di estrema lucidità. Un ritratto sincero di un sentimento d’amore in cui spesso possiamo rispecchiarci tutti noi. Riproposto nel corso degli anni da tantissimi artisti, anche differenti, da Nicola Di Bari a Tiziano Ferro, continua a rivivere nelle varie versioni che possiamo ascoltare periodicamente. Scopriamo insieme il significato del testo del massimo capolavoro del compianto Luigi Tenco.

Luigi Tenco: il testo di Mi sono innamorato di te

Quando una canzone viene rivisitata da tantissimi artisti, tra loro molto diversi, vuol dire che è davvero un evergreen. Nel corso degli anni l’hanno rivisitata non solo, originariamente, Johnny Dorelli, ma anche Nicola Di Bari, Mina, Tiziana Ghiglioni, Renato Sellani, Antonella Ruggiero, Ada Montellanico con Enrico Pieranunzi, Francesco Baccini, Franco Simone, Tiziano Ferro e Ginevra Di Marco. Artisti dal background differente, accomunati dall’essere riusciti a rivedersi in un brano dall’impatto emotivamente straordinario.

Microfono cantante
Microfono cantante

Scritta dallo stesso Tenco e pubblicata nel 1962, Mi sono innamorato di te è stata incisa con l’arrangiamento di Giampiero Boneschi per la Ricordi, prima di essere riletta, al femminile, sul finire degli anni Sessanta, anche da Ornella Vanoni. Di seguito il video con il testo:

Il significato di Mi sono innamorato di te

L’interpretazione del capolavoro assoluto di Tenco non è per nulla semplice. O forse lo è anche troppo. Senza girarci troppo attorno, il cantautore descrive infatti un sentimento d’amore che non è veritiero, non è profondo, non è romantico. Non c’è alcun trasporto nel suo amore, in ciò che prova verso la sua partner. Per lui non è altro che una scappatoia dalla noia. O almeno questo sembrerebbe.

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Di estrema modernità, il testo fece scalpore in quei primi anni Sessanta, e sembrò quasi una bestemmia alle orecchie di molti. Tuttavia, per poter comprendere fino in fondo il senso di questo brano bisogna scorrere le parole fino alla fine. Perché è nell’epilogo che Tenco fa comprendere che quel sentimento non era così finto, anzi. Il suo trasporto era talmente grande da portarlo a cercare la sua donna amata anche la notte.

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