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Sirio consacra Lazza, vera stella del firmamento rap italiano

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Lazza, Sirio: la recensione del terzo album del rapper pianista milanese, a distanza di tre anni da Re Mida.

Tre anni dopo, riecco Lazza. Non che il rapper milanese fosse rimasto ai margini della scena per tanto tempo. Nel 2020 aveva pubblicato un mixtape, J, in grado di soddisfare i fan e di metterlo alla prova con tanti feat di amici e colleghi, alcuni anche lanciati in qualche modo da lui. Ma c’era bisogno di un progetto nuovo, più alto, più completo, per testare le capacità del rapper-pianista. E questo progetto è arrivato ora, concretizzato in un album, Sirio, dal sapore innovativo.

Non è scomparso il vecchio Lazza, o almeno non del tutto. Ma si è evoluto, com’è giusto che sia. Ha sperimentato, in maniera ardita in alcuni punti, alla ricerca del meglio di sé. E il risultato è un lavoro che inizia a mostrare la maturità di un artista che a 28 anni ancora da compiere ha già messo in cascina esperienze importantissime per crearsi un futuro a cinque stelle.

Lazza, Sirio: la recensione

A fare da trait d’union tra i suoi precedenti progetti e Sirio è sicuramente Ouv3rture, terzo capitolo di una saga che rappresenta al 100% il potenziale di Zzala, diviso tra il mondo classico, con il suo talento di pianista, e l’universo del rap e della trap. Come sempre un contrasto di sapori che funziona e convince. Ma in questo disco c’è molto di più.

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Evolve e cresce Lazza, che ha migliorato in maniera evidente le proprie capacità canore, e ha scelto di ampliare anche i propri orizzonti, che certo non si fermano più alla scena rap, e non si fermano nemmeno al mondo studio al conservatorio. Guarda alla musica dance, guarda all’house e all’elettronica, Lazza, senza perdere l’occasione di qualche incursione nel sound anni ottanta in brani come Molotov e Panico, e azzardando anche su sonorità differenti e atmosfere esotiche in pezzi come Jefe e Puto.

Canta, rappa, mette in mostra una penna di qualità ma accessibile a (quasi) tutti ed esplora diversi temi tipici dell’hip hop italiano. Un “ego-journey” particolare, che non affonda in profondità la propria intimità, come accaduto in alcuni album recenti come quelli di Marracash e Luchè, ma rimane più ancorato al concetto di “io sono meglio di voi, e vi spiego perché“.

Un viaggio in cui Lazza non è solo. Alla produzione lo accompagnano i soliti Low Kidd e Drillionaire, ma anche tanti amici per alcuni featuring di prestigio. Ci sono italiani di livello come Sfera Ebbasta, che torna un po’ alle radici, o il solito Geolier, un vero fratello per Lazza. Splendida l’incursione di Noyz Narcos in Topboy, tra i migliori pezzi dell’intero progetto. A rubare gli occhi sono però le due grandi collaborazioni internazionali: qeulla con Tory Lanez (definita dallo stezzo Jacopo il ‘dio’ della musica in questo momento) e French Montana, una leggenda vivente dell’hip hop americano.

Tra brani destinati a rimanere in alto in classifica e pezzi più complicati, costruiti con quella sapienza che solo un musicista poliedrico come Lazza può garantire, gli ingredienti per il successo non mancano in Sirio. Un disco che conferma il talento del rapper, oggi più che mai pronto ad assurgere a vera stella e guida del firmamento del rap italiano. Non sarà probabilmente il miglior disco dell’anno, ma è un punto di riferimento che l’intera scena dovrà prendere in considerazione nei prossimi mesi.

Sirio: la tracklist

1 – Ouv3rture
2 – Alibi
3 – Molotov
4 – Sogni d’oro
5 – Bugia (feat. Tory Lanez)
6 – Cinema
7 – Piove (feat. Sfera Ebbasta)
8 – Panico (feat. Takagi & Ketra)
9 – Jefe
10 – Topboy (feat. Noyz Narcos)
11 – Puto (feat. French Montana)
12 – Senza rumore
13 – Nessuno (feat. Geolier)
14 – 3 pali
15 – Usciti di galera
16 – Nulla di
17 – Replay

Voto: 7-

Di seguito il visual video di Topboy:

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