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Slayer, le migliori canzoni delle leggende del thrash metal

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Slayer

Le migliori canzoni degli Slayer: da The Antichrist a Spill the Blood, le tracce che hanno maggiormente colpito della discografia del gruppo trash metal.

In quattro decenni, gli Slayer ha lasciato una scia di thrash metal che forse non si ripeterà mai più.

Che la band sia diventata un’istituzione culturale senza essere quasi mai appoggiata da radio o televisione mainstream è sorprendente; che lo sia diventata con canzoni così furiose sul satanismo nero come la pece, le atrocità della guerra è assolutamente ancor più stupefacente.

Per coloro che non li conoscessero, gli Slayer si sono fatti conoscere nei primi anni ’80 come un thrash party che venerava i Venom, il cui debutto – nel 1983 – era una celebrazione del culto del diavolo.

Ma dagli Hell Awaits del 1985, la band ha abbracciato un suono più netto e, nella metà degli anni ’80, realizzò tre album di riferimento con il famoso produttore Rick RubinReign In Blood del 1986, South Of Heaven del 1988 e Seasons In The Abyss degli anni ’90.

In quel periodo, la band perse il batterista fondatore Dave Lombardo, ritenuto da molti il ​​miglior batterista della musica estrema.

Slayer, le canzoni più amate

Partiamo con The Antichrist del 1983. Quando gli Slayer vengono citati come band party-metal dai thrasher della vecchia scuola, di solito pensano alle canzoni del loro debutto nel 1983, come Show No Mercy.

Il video di The Antichrist:


Il testo di The Antichrist parla dell’essere il figlio di Satana e far cadere il paradiso. Questa canzone ricorda che gli Slayer si sono fatti strada nel radar dei metalheads scrivendo uno degli album più eccentrici del panorama musicale.

Passiamo, poi, Hell Awaits del 1985. La traccia – che dà il titolo all’omonimo album – distingue la band dai loro coetanei, abbandonando la tipica struttura del verso-coro.

La canzone si apre con un canto demoniaco che diventa un turbinio di riff e batteria, seguita da un inno di metal a velocità vertiginosa il cui coro è semplicemente un voce empia che ringhia il titolo.

Il video di Hell Awaits:


C’è, poi, Angel of Death del 1986. La canzone funge da rito cattolico primordiale, ma i riff che la guidano sono decisamente diabolici.

Il video di Angel of Death:


Il testo presenta una sequenza fantasy che si alterna al profilo psichico di un assassino.

Slayer, Mandatory Suicide e Spill the Blood

Procediamo con Mandatory Suicide del 1988. Il titolo – da solo – fornisce un’immagine inquietante del testo stesso che non è da meno, che fa leva sulle potenti note alte di Araya.

Il video di Mandatory Suicide:


Infine, citiamo Spill the Blood, anch’essa del 1988.

Gli Slayer sono spesso considerati come gli antenati del black metal e del death metal. Spill The Blood, però, è – forse _ la traccia più lenta della band, con riff thrash suonati a un ritmo fatale che creano un’atmosfera cosmica e ostile.

Il video di Spill the Blood:


Questa è la traccia degli Slayer che i fan adorano particolarmente e che si collega profondamente al lato filosofico spesso trascurato della band.

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FONTE FOTO: https://www.facebook.com/slayer

Da: Rolling Stone

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