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Che cos’è il britpop, il genere di Oasis e Blur

Tempo di Lettura: 3 minuti

Che cos’è il britpop e quali sono le band simbolo di questo genere musicale che ha dominato le classifiche negli anni Novanta.

Quando parliamo di gruppi come Oasis e Blur, il genere musicale che salta subito alla memoria è il cosiddetto britpop. Di cosa si tratta? Più che di un genere musicale, di un movimento che ha riunito al suo interno gruppi a metà tra alternative rock e pop rock che vedevano nell’indie rock anni Ottanta il proprio genere musicale di riferimento.

Andiamo a scoprire insieme le caratteristiche di questo movimento e quali sono stati i suoi principali protagonisti.

Che cos’è il britpop: la storia

Le origini del britpop vanno ricercate già nelle melodie degli anni Sessanta (si ascoltino i Beatles, ad esempio), modernizzate con sonorità provenienti dagli anni Ottanta, dalla new wave e anche dalla dance music.

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/convoynetwork

Come movimento vero e proprio nasce nei primi anni Novanta, con l’affievolirsi di fenomeni quali il madchester e lo shoegaze, scene musicali che avevano vivacizzato l’underground delle principali città britanniche.

Band antesignana del genere sono stati gli Suede, apprezzati dalla stampa ancor prima della pubblicazione del loro singolo. Con l’uscita del loro album di debutto, Suede, nel 1993, ha inizio ufficialmente, secondo le cronache musicali, il britpop.

Di seguito So Young, uno dei primi successi della band di Brett Anderson:

Sotto la stessa etichetta, nel corso degli anni sono state inserite band accomunate vagamente nel look (che si rifaceva ai mod degli anni Sessanta) e nella ricerca di ritornelli semplici e pop, mantenendo però sonorità ruvide dell’underground.

Ognuno di questi gruppi, però, differiva dagli altri per caratteristiche peculiari. Se i Suede guardavano a un’estetica glam, altri si rifacevano ai Beatles. Tra questi, i più famosi in assoluto sono gli Oasis.

La guerra del britpop

Corsi e ricorsi storici, negli anni dell’apice del successo del movimento britpop la stampa trova due band simbolo del genere, da mettere in contrapposizione. Se negli anni Sessanta la scelta ricadde su Beatles e Rolling Stones, la band battle degli anni Novanta è stata quella tra Blur e Oasis.

La loro rivalità in quegli anni è talmente accesa, da portarli a pubblicare i loro album e i loro singoli negli stessi giorni, o a breve distanza gli uni dagli altri. Se all’inizio i vincitori del confronto sembrano essere i Blur, sulla lunga distanza la fama dei fratelli Gallagher si accresce, piuttosto che diminuire, regalandogli lo scettro di band simbolo del britpop e forse degli anni Novanta.

Questo il video di Wonderwall:

La fine del britpop è generalmente stabilita dagli storici della musica nell’anno 1999. Nonostante gli Oasis si siano sciolti solo alcuni anni dopo, nel 2009, il movimento ha perso sul finire del millennio la gran parte dei suoi protagonisti principali, lasciando comunque nella storia del rock e del pop britannico un solco tale da essere stato seguito da numerosi altri gruppi del nuovo millennio, tra i quali i Coldplay, etichettati per il breve periodo sotto l’etichetta new britipop.

Il caso Radiohead

Una storia a parte all’interno del movimento è quella dei Radiohead di Thom Yorke. Pur essendo generalmente inseriti in questa macrocategoria, i ragazzi dell’Oxfordshire hanno sempre guardato maggiormente alle sonorità d’Oltreoceano che non a quelle britanniche, con evidenti richiami al grunge e al noise.

Nonostante questo, è proprio il loro inserimento nel ‘gruppone’ britpop a fargli ottenere un immediato successo, divenuto immortale con l’album del 1997 Ok Computer, il loro più grande capolavoro.

Di seguito il singolo Karma Police:

Britpop: band e gruppi simbolo

Abbiamo già citato alcuni dei principali protagonisti della scena britpop: dagli Oasis ai Blur, passando per Suede e Radiohead. Ma vi furono altre band che negli anni Novanta (e anche nei Duemila) vennero categorizzate sotto questa etichetta.

Tra queste, le più importanti sono state i Pulp, gli Stone Roses, gli Stereophonics di Kelly Jones, i Doves dei fratelli Williams, i Kula Shaker, i Verve di Richard Ashcroft e in anni più recenti i Coldplay di Chris Martin, i Keane, i Servant e tante altre ancora.

Di seguito Bittersweet Symphony dei Verve:

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/convoynetwork

Da: Rolling Stone

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