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Ornella Vanoni emoziona tutti al Concerto del Primo Maggio

Tempo di Lettura: 2 minuti

Ornella Vanoni ha cantato al Concerto del Primo Maggio Costruzione, un brano dedicato ai morti sul lavoro.

Lo aveva promesso. Prima di prendersi una pausa a tempo indeterminato, Ornella Vanoni si sarebbe esibita in due o tre occasioni importanti. Una di queste, al Concerto del Primo Maggio. Tra le decine di artisti che si sono avvicendati sul palco di Piazza San Giovanni, la cantante dai capelli rossi è riuscita a issarsi con un brano emozionante, vibrante: Costruzione, versione italiana di Construçao di Chico Buarque De Hollanda, una pietra miliare della bossanova.

Una canzone che non è mai diventata una hit della sua carriera, ma che ha un significato particolare: è una canzone sulle persone che muoiono sul lavoro. Il brano ideale da presentare in un contesto così politico e serio come il Concerto del Primo Maggio.

Ornella Vanoni al Primo Maggio

Sono tanti anni che dico che vorrei andare al Primo Maggio e mi dicono, ‘No, il Primo maggio non è per te’“, ha spiegato Ornella sul palco, aggiungendo: “Va bene, ma siccome questo è il Primo Maggio e dovrebbe essere la festa dei lavoratori, anche se ha perso un po’ il suo significato, sono venuta qui a cantare una canzone di Chico Buarque de Hollanda su una morte bianca“.

Ornella Vanoni

La cantante milanese ha quindi sviscerato un po’ di numeri: dall’inizio dell’anno al 1° maggio sono morti circa duecento operai in Italia, e molti altri ne sono morti anche prima. In questo momento storico c’è tanta fretta e tutti danno poco valore alla vita, obbligando le persone a lavorare su impalcature che non reggono. Una situazione vergognosa che Ornella ha voluto sottolineare a parole e con la musica: “Vi canto questa canzone, non canterete dopo, non mi applaudirete come quando sentite le canzoni che vi piacciono, ma è una canzone meravigliosa“.

Il significato di Costruzione

Brano di denuncia molto importante, scritto nel lontano 1971, Costruzione sembra parlare di una situazione che oggi, mezzo secolo dopo, non è cambiata. Al centro della vicenda la morte di un operaio, descritta nella banalità del quotidiano, in quei piccoli gesti che avevano assunto un significato, fino alla caduta dell’impalcatura che gli è costata la vita.

Di seguito la sua versione italiana, cantata da Ornella:

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